Matteo e la dottoressa peluche
Pubblicato da GIANLUCA NIIMO
C’è stato un tempo in cui mi svegliavo il sabato mattina e facevo colazione solo con caffè e sigaretta, mettevo a tutto volume i Doors e non facevo assolutamente nulla almeno per un paio d’ore. In quel tempo tutto era magico e perfetto, passavo interi pomeriggi a guardare la Champions, a litigare con i miei amici su chi avesse fatto la schedina vincente, a godermi ogni partita, esultando per ogni vittoria, imprecando per le molto più frequenti sconfitte. In quel tempo avevo una ragazza fighissima, mora, gambe lunghe, lo sguardo più seducente che abbia mai visto e io ero innamorato perso.
Adesso quella ragazza, Miriam, è mia moglie e qualche mese fa è nato nostro figlio Matteo.
Ah, la vita del genitore è davvero fantastica! Tutte quelle domeniche mattina, svegliarsi accanto al corpo nudo di tua moglie e temporeggiare sotto le coperte accarezzandole i capelli nel più totale relax, vi ricordate? Vi ricordate le serate a bere birra fino a tardi con gli amici e poi tornare a casa a piedi per farsi passare la sbronza? E i pomeriggi in giro in moto? Niente, dimenticatevelo, tutto finito.
Adesso quando vado a fare la spesa, passo anche in quel reparto, quello in cui non ero mai stato in vita mia. La leggenda narra che il reparto “prima infanzia” esista da anni nei supermercati, incredibile come io me lo sia perso completamente! Pannolini, omogenizzati, sapone per il bagnetto, olio post-bagnetto, salviette e salviettine, cremine per irritazioni ed arrossamenti, la luce antibuio, perfino il termometro da bagno hanno inventato. No dico, il termometro da bagno? Insomma, ci vogliamo rendere conto? Un universo diabolico di mille e uno gadget che fino a poco tempo fa non sapevo nemmeno esistesse!
Ogni tanto ci prendiamo una “vacanza”. Per fortuna esistono i nonni, santi i nonni!Appena vedono questo piccolino non capisco più nulla, lo accolgono tra le loro braccia, come un tempo io accoglievo la pizza a domicilio. Occhi a cuoricino assicurati!
Oggi abbiamo portato Matteo a casa loro, lasciandolo che dormiva beato sul suo cuscinone, stando attenti a non spostarlo di un millimetro. Siamo fuggiti a casa, ebbene sì, a casa, a goderci un pomeriggio di dolce far nulla. Stupendo! Io e Miriam siamo rimasti a riposare per un po’, poi mi sono aperto una birra sotto lo sguardo invidioso di lei e abbiamo cominciato a vedere un film, un thriller vero! Niente Super Pigiamini, niente Dottoressa Peluche! Che pace…
Dopo qualche ora, ecco la macchina dei nonni che riportano il piccolo a casa. Nemmeno stesse arrivando Miranda Priestley direttamente da “Il diavolo veste Prada”, dove tutto lo staff smuove mare e monti per rendere l’ufficio perfetto, scattiamo in piedi per far sparire qualsiasi cosa sia anche solo vagamente sospetto. “Togli la birra, presto sistema il divano!” Tutto ritorna magicamente alla normalità. Matteo è più sveglio che mai e richiama prepotentemente le braccia di sua madre, felicissimo di rivederla.
Più tardi sono io che provo a farlo addormentare, lo poggio sul mio petto e comincio a cullarlo dolcemente. So che il calore del mio petto lo conforta, lo fa sentire a casa. Il suono della mia voce lo tranquillizza e dopo una decina di minuti crolla. Ha la testolina girata, quindi allungo il collo per controllare che si sia addormentato davvero. Eccolo là, con la bocca aperta, che comincia a sbavarmi sulla maglietta senza alcun ritegno. Tutto suo padre devo dire.
Però, è bello mio figlio… Gli accarezzo la schiena, pensando a quanto sono orgoglioso. Un piccolo me (sì forse anche qualcosa di Miriam) che un giorno conquisterà il mondo, diventerà un campione e sarà conteso da tutte le ragazze. Beh, a pensarci bene, vedere questo mostriciattolo crescere è una cosa che non ha prezzo.