Mi scaldo una tazza di latte, faccio avanti e indietro a passi lenti in cucina. Riccardo è uscito a fare la spesa e io mi godo la calma e la pace del silenzio. Non mi dispiace rimanere un po’ da sola, ho tanti pensieri per la mente, tante cose da metabolizzare. Passo una mano sotto il maglione rosso, accarezzandomi la pancia istintivamente. Comincia a vedersi un po’ di più, ma niente di preoccupante, entro ancora facilmente nei miei vestiti.

Ieri siamo andati a fare la nostra regolare ecografia, ma è stata tutt’altro che regolare…

– Bene signora, devo darle una splendida notizia – dice il nostro dottore.

– Forse è meglio che lei si sieda – aggiunge rivolto a mio marito.

Non uno, ma due. Riccardo per poco non sveniva, mentre io cercavo di ripetermi quelle parole nella mente. Non uno, ma due. Effettivamente anche io ero un po’ sotto shock, non mi aspettavo nulla del genere. Siamo tornati a casa frastornati, spaventati, ma felicissimi.C’erano due piccoli, due tesori meravigliosi dentro di me.

Non potevo crederci, tutto quello che avevamo progettato in questi due mesi adesso andava completamente rivisto. “E se fossero due femmine?”, “No, me lo sento, sono due maschietti. Dio non vedo l’ora di portarli allo stadio!” Ogni singolo vestitino, ogni scarpina, la culla, i biberon, avremmo dovuto raddoppiare tutto adesso. Tutto tranne il cuscinone da gravidanza, dato che ne avevamo comprato uno noi fin dall’inizio e poi ne abbiamo ricevuto uno identico in regalo da una nostra cara amica. Non sapevamo cosa farci fino a ieri, adesso sono appoggiati sul nostro letto per abituarmi all’idea che un giorno avvolgeranno i nostri due figli. Dovrò cominciare ad usare entrambi i cuscini, così entrambi conserveranno il mio profumo.

Citofonano, è Riccardo.

– Amore, posso chiederti cos’hai comprato? Cosa c’è in tutte quelle buste?

– Niente niente, ho preso qualcosina per i gemelli.

– Qualcosina…?

– Ma sì, ho pensato che non vorranno dividersi le loro cose, così ho preso un po’ di tutto.

Riccardo, come ogni essere di sesso maschile al mondo odia fare shopping, dev’esserci sotto qualcosa. Mi fermo un attimo a guardare cosa ha ispirato queste compere.

– Due macchinine telecomandate, due magliette dell’Inter, due palloni da calcio. Tu sai che queste sono cose che useranno tra qualche anno vero? Ma poi Riccardo, se fossero femmine cosa facciamo di questa roba?

– Non credo succederà, ma se proprio dovesse accadere, le mie figlie ameranno il calcio e l’Inter, ti do la mia parola.

Non so cosa fare con lui davvero, ma è così contento che non ho il coraggio di insistere. In realtà vedere il suo sorriso, sentire tutto quell’entusiasmo mi fa pensare con certezza che sarà un ottimo padre. Quando gli ho detto che ero incinta avevo una paura incredibile, ma fin dall’inizio non ha fatto che rassicurarmi e dirmi che era totalmente felice. La sua leggerezza, tutte le premure e il suo amore mi trasmettono una fiducia incredibile.

Comincio a sognare ad occhi aperti i nostri due figli, sperando segretamente che siano due femminucce, ai nomi che vorrei dare loro, a quanto sarebbe felice mia madre e a quanto le vizierebbe.

Continuo ad accarezzare questo piccolo pancione che presto diventerà enorme, il cuore pieno di emozione, un amore che non può far altro che raddoppiarsi. Vi stiamo aspettando amori miei. 

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