– Anna ti sbrighi?

– Arrivo.

– È da mezz’ora che dici così, muoviti, se arriviamo a film iniziato poi sono fatti tuoi.

– Eccomi.

Per sua fortuna arriviamo in tempo, prendiamo i biglietti, gli obbligatori popcorn più Coca-cola e andiamo a cercare la sala. La guardo sistemarsi il maglione bianco, troppo lungo per essere un maglione, troppo corto per essere un vestito. Tira via dalla sciarpa i lunghi capelli rossi, finalmente si siede e mi guarda con i suoi occhi verdi, curiosi. La fisso un po’ sorridendo, tutt’a un tratto me ne esco dicendo: “Sai non sarebbe male fare un figlio”. Per poco la Coca-cola non le usciva dal naso. Dopo aver mandato giù il sorso ed essersi asciugata gli occhi, con voce strozzata mi dice semplicemente: “Ma smettila”.

Non avevamo mai affrontato l’argomento, dunque la sorpresa. In realtà io ci penso già da un po’. Da tre anni conviviamo e io sto una favola con lei. Certo come tutte le donne è fuori di testa, completamente matta. Parla da sola. La mattina per andare a lavoro prova quattro o cinque abbinamenti di vestiti, mai che l’avessi vista veramente soddisfatta. Dorme esattamente al centro del letto, senza nessuna possibilità di farmi guadagnare anche solo un centimetro. Sarebbe capace di mangiare dolci a qualsiasi ora del giorno saltando i pasti normali. E poi rompe le palle per qualsiasi cosa. Sono pazzo di lei.

Il giorno dopo la stavo aiutando a montare una mensola in bagno, foglio delle istruzioni alla mano, lei del tutto inconsapevole sul da farsi.

– Allora? Lo vuoi un bambino?

– A che ti serve?

Per un attimo non capisco, poi vedo che indica il trapano che ho in mano. Aspetto pazientemente, osservando tutti i cambiamenti di sfumature del suo viso: bianco cadavere, rosso pomodoro, blu panico.

– Come mai adesso hai tutta questa voglia di diventare padre?

– Mah lo sai com’è, sto diventando vecchio. Presto non avrò tutte queste energie, sono rimasto senza capelli. Vorrei un figlio prima che tu fugga con un modello di Calvin Klein per vivere una vita da sogno in Madagascar.

– I capelli non li avevi nemmeno tre anni fa.

– Vero. Quindi, che ne pensi?

– Se piange di notte ti alzi tu.

– Ok.

– La culla gliela monti tu.

– Ok. Per queste cose non preoccuparti. Mio fratello mi ha già consigliato di usare Niimo durante e dopo la gravidanza. Dice che lo sta usando con Alessio e che si trovano benissimo. Anche sua moglie conferma che le è stato d’aiuto il cuscino.

– E se poi non è simpatico?

– Glielo insegneremo noi.

– E se noi non gli stiamo simpatici?

– Sono sicuro che ce la caveremo. Tu sei geniale, io sono bellissimo. Verrà perfetto vedrai.

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