È una continua ed eterna lotta: dirà prima la parola “MAMMA” o “PAPÁ”?

Ammettilo, è arrivato il momento in cui passate le vostre giornate a ripetergli quella parola fino allo sfinimento, muovendo le labbra lentamente, facendo lo spelling, alcune volte urlando, con gli occhi e il cuore pieni di speranza: “lo dirà, riuscirò a farglielo dire”. E, invece, niente… anche oggi non ha detto nulla di più delle solite paroline che a voi non interessano affatto. Ah, che disdetta, eppure sembrava così facile quando hai comprato il libro “Come fare parlare tuo figlio – Manuale alla parola”.

Non ti preoccupare, prima o poi quel momento arriverà, e potrete finalmente decretare il vincitore di casa. Ma vogliamo rassicurare il “perdente” della sfida familiare che, anche se non sarai tu il prescelto, non significa che tuo figlio ti voglia (o vorrà) meno bene. È semplicemente una questione di memoria – oltre che di un pizzico di fortuna. Entrambe le parole “mamma” e papà” sono facili perché composte da sillabe che si ripetono, e questa ripetizione le rende parole semplici da pronunciare a partire dalla fase della lallazione (il momento, cioè, in cui cominciano a ripetere le sillabe come “ma-ma”, “pa-pa”, “la-la”, che ha inizio intorno ai sei mesi).

A tal proposito sono addirittura intervenuti gli esperti, che non sono molto concordi sulla questione. Secondo il linguista russo Roman Jakobson, il suono della “m” di “mamma” sarebbe più facile da pronunciare per i bambini poiché tendono a farlo quando le loro bocche sono impegnate nella suzione, dal biberon o dal seno. Secondo lo studioso Breyne Moskowitz, invece, i suoni nasali, come appunto la “m”, sarebbero più difficili da pronunciare, e tra i 4 e 6 mesi, momento in cui i bambini cominciano a balbettare per testare le proprie abilità di articolazione del linguaggio, il suono della “d” di “dad” risulterebbe più semplice da pronunciare perché non costringe a dover cacciare via l’aria dal naso.

Comunque sia, ti avvertiamo sin da adesso che, non appena il tuo bambino inizierà a pronunciare la tanto desiderata parola mamma, questo diventerà il suo termine preferito e, quindi, usato senza alcun tipo di moderazione: quando ha bisogno di qualcosa, quando sta male, quando sta bene, quando è triste, quando è felice, quando ha fame, quando ha sete, quando non ha niente da fare e per qualsiasi altra cosa che in questo momento (non) ti venga in mente. Vale anche per il papà, eh!

A quel punto – forse – inizierai a pensare che era meglio se avesse aspettato ancora un po’ prima di iniziare a parlare… 😛

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